FEDERAZIONE ITALIANA DI AMERICAN FOOTBALL

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È solo un caso, ma nella settimana del 4 luglio, giornata in cui si festeggia l’Indipendenza degli Stati Uniti dove il football è nato, eccoci arrivati al Super Bowl, l’avvenimento più atteso della stagione italiana di questo sport, che quest’anno avrà poi una robusta appendice con i Campionati Europei di Gruppo B, in programma a Milano dal 31 agosto al 7 settembre.
Super Bowl, dunque. Il numero XXXIII (cioè 33) della storia italiana in massima serie, a partire da quello, storico, del 1981 a Santa Margherita Ligure tra Rhinos e Frogs: in questi 32 anni il movimento del football italiano si è mosso a fisarmonica, allargandosi e contraendosi a fasi ripetute e diseguali, e la speranza di tutti, unita al lavoro su vari livelli, è quella di una espansione continua, nonostante la crisi economica che sta creando difficoltà anche in sport di maggiore tradizione e più potente appoggio mediatico e propagandistico, a volte sproporzionato rispetto al seguito che hanno. Anche nei momenti di incertezza il Super Bowl diventa catalizzatore di attenzioni, di attese, di emozioni, e l’auspicio è allora quello che sabato, oltre che una partita, sia una festa del movimento del football, una giornata di incontro, un’occasione per confrontarsi e chiudere, idealmente, con il cinque alto come i giocatori in campo, a fine gara.
I giocatori, già. Ce ne sono tanti di altro livello, in questa finale, tra italiani e americani. Escludendo il quarterback dei Seamen Blake Bolles, arrivato a Milano solo mercoledì 19 giugno e dunque visto all’opera – egregia – solo in un’occasione, gli altri 5 sono stati tra i migliori del campionato, per la loro presenza in ogni circostanza tattica. La regola che permette l’utilizzo di un massimo di 2 stranieri in ogni azione, sui 3 tesserati, ha teoricamente modificato e ridotto la loro influenza, creando con un effetto domino una serie di conseguenze abbinate al divieto di ritornare i kickoff: i drive (per i non esperti: possessi di palla di un attacco, che si svolgono lungo una serie di azioni) sono iniziati da posizioni di campo più arretrate e i punteggi si sono abbassati, a causa della maggiore distanza da percorrere, e con un americano in meno rispetto a prima.
La partita avrà dunque tanti risvolti interessanti. La presenza a sorpresa dei Seamen Milano, molto carichi; la riconferma dei Panthers Parma, al sesto Super Bowl della loro storia, di cui tre consecutivi vinti (2010-12); l’impatto che le due precedenti sfide stagionali, dominate dai campioni d’Italia (35-6, 40-6), possono avere; l’influenza che Bolles avrà avuto nel modificare filosofia e schemi della sua squadra; la capacità di concentrazione dei Panthers, tre volte tricolori dal 2010 a oggi e (molto) in teoria assuefatti ai successi, ma con un numero di nuovi giocatori, rispetto al 2012, sufficiente a far pensare che in loro bruci il desiderio di conquistare il primo titolo.
E allargando lo sguardo, è interessante l’intero weekend ferrarese, che si inaugura venerdì a metà pomeriggio con l’apertura dei chioschi nello spazio Street Food sistemato attorno all’Acquedotto di Ferrara, ovvero a poche decine di metri dallo stadio e dal grande parcheggio, una situazione logistica certamente favorevole per i tifosi che giungeranno in auto. Lo Street Food, tra l’altro, ripete una manifestazione che normalmente va in scena nella città degli Estensi in un altro periodo dell’anno, con la presenza di chioschi e punti vendita dedicati al cibo tipico di tante nazioni del mondo, a sposare l’aspirazione all’universalità del nostro amato sport, il football. A cinque minuti di distanza, in Piazza Municipale, ci sarà invece il Football Village, un campo in sintetico per la promozione del football americano in cui chiunque, dalle 9 alle 19 di sabato 6 luglio, potrà provare le attrezzature, simulare qualche azione di gioco, o semplicemente ricevere informazioni sul Super Bowl.
Al Mike Wyatt Field, situato in Via Cimarosa e campo abituale delle Aquile Ferrara neocampioni del campionato Cif9, alle 17 andrà in scena il Rose Bowl, la finale del neonato campionato femminile Cifaf, tra Furie Cernusco sul Naviglio e Lobsters Pescara, con le vincitrici che saranno premiate poi al Mazza, subito dopo, in occasione del Super Bowl.
Domenica, poi, il raduno della Nazionale, agli ordini dell’head coach Vincent Argondizzo, prima tappa verso gli Europei di agosto.
Tornando alla partita e al cerimoniale, dopo la premiazione delle campionesse Cifaf ci sarà la sfilata dei giocatori che hanno vestito la maglia delle Aquile nei 30 anni di storia, e che verranno premiati collettivamente dalla Fidaf tramite il loro primo, storico presidente, Giulio Felloni. Dopo l’ingresso in campo delle squadre ecco gli inni nazionali (americano e italiano, come consuetudine) eseguiti da Mariam Battistelli e Claudia Cieli, infine un calcio d’inizio… speciale con Giorgio Tavecchio, il kicker italiano che nel training camp dei Green Bay Packers a partire da fine luglio si giocherà un posto in squadra, e infine il coin toss, il lancio della monetina, effettuato da Gerard Warren, l’ex defensive tackle di Browns, Broncos, Raiders e Patriots. All’intervallo, poi, lo spettacolo del gruppo Break Bounce Revolution della Lopez Hip Hop School e l’esibizione di una rappresentanza di sbandieratori e musici delle contrade del Palio di Ferrara, il più antico del mondo.
Per informazioni dell’ultima ora e biglietti il sito da consultare è www.superbowl2013.it.
QUI PARMA – I Panthers sono invidiati dal resto dell’Italia del football per il metodo, la continuità, la costanza. Accolgono e assorbono nella loro mentalità giocatori di ogni tipo, che una volta vestita la maglia neroargento diventano parte di un progetto sostenuto dalla lunga presenza a bordo campo di Andrew Papoccia, giunto al settimo anno da capo allenatore. Chi non resta nei canoni dura poco: e i ragazzi di Parma farebbero bene a guardare come esempio ai Panthers, non certo a quell’Antonio Cassano, giunto proprio in città in queste ore, che da anni viene “premiato” per le sue bizze con contratti milionari, dando dunque l’impressione ai giovani che sia quella la strada da seguire. No! È invece quella delle pantere, e delle altre squadre italiane che lavorano con una filosofia simile. Poi, ci sarebbe il discorso legato ai risultati: italiani di alto livello, americani quasi sempre perfetti per il gruppo e la filosofia tattica, un quarterback nostrano (Tommaso Monardi) che doveva essere, nel 2011, il punto debole della squadra, a dare troppo ascolto ai sussurri, e che è ora invece al terzo Super Bowl consecutivo da titolare, con un 100% di successi nei due precedenti. E ha solo 22 anni e mezzo, per dire. A sua disposizione, come sempre, una serie di risorse di alto livello: in primis Jared Karstetter, ricevitore nei canoni graditi ai Panthers ovvero snello e di alta statura, poi Tommaso Finadri, Emanuele Gavesi, Gabriele Ghirotti, Francesco Diaferia, a tratti anche Alessandro Malpeli Avalli, running back di eccelse doti (Mvp stagionale del ruolo, come Monardi), negli screen pass che sono una delle scelte tattiche più efficaci dell’attacco parmigiano, grazie anche all’efficacia della linea offensiva, che manda in nazionale due uomini, Andrea Bonato e Cristian Mattarei. E nemmeno abbiamo menzionato Ryan Christian – ricordate, Ryan è il nome – che per via di qualche acciacco e dell’emergere di Malpeli Avalli ha portato palla meno del collega italiano (84 volte contro 93), venendo utilizzato anche come ricevitore nella combattuta semifinale contro i Dolphins Ancona. E che dire della difesa, prima in moltissime categorie statistiche? Soffocante, in certi momenti, la pressione della linea, in special modo di Luca Fontanili e dell’Mvp del ruolo Simone Bernardoni, alla seconda stagione con le pantere, artefici della rimonta nella semifinale con i loro sack ai danni di Rocky Pentello e con l‘energia che si trasmette a tutto il resto della difesa, dove spiccano il linebacker Stefano Orrù, altro nazionale, e l’altro americano Ben Johnson. In più gli special team migliori d’Italia nei calci, con Andrea Vergazzoli efficacissimo nei kickoff, nei field goal (11/15) e nelle trasformazioni, tanto da averle rese di routine, quando tali non sono, nel nostro football. Quanto alle ultimissime, solo Francesco Vasini, infortunatosi nella semifinale, dovrebbe non farcela a recuperare, dei giocatori abitualmente utilizzati, mentre si spera nel ritorno di Nicola Francani dopo qualche settimana di assenza. Per il resto, come nel titolo di quel film, stanno tutti bene.
QUI MILANO – Due settimane di tempo per inserire Blake Bolles nel sistema offensivo dei Seamen, anzi per ricrearlo attorno a lui e alle sue doti. Già viste nella semifinale contro i Warriors a Bologna, quando la combinazione della sua abilità di corridore e del suo braccio aveva contribuito in maniera cospicua al successo milanese, sorprendente per molti osservatori nonostante l’identico bilancio (5 vittorie e 3 sconfitte) delle due squadre in regular season. L’euforia prodotta dalla vittoria di due sabati fa ha dato ulteriore carica allo slogan non ufficiale dei playoff dei Marinai, quel “non succede… ma se succede…” che mescolando storia (era stato utilizzato anche dall’Inter, a suo tempo) e cabala è diventato una sorta di mantra in attesa della grande sfida. Nelle due gare di regular season contro i Panthers, come si diceva, i Seamen non hanno avuto scampo, ma è saggio far notare come la situazione ora sia diversa, per la mera presenza di Bolles, e alla vigilia l’ha fatto notare anche Papoccia, il coach degli emiliani: «Avremo di fronte una squadra che cambiando Qb ha modificato anche il suo modo di giocare; Bolles è un ottimo lanciatore ma anche un buon giocatore di gambe portato con frequenza a chiudere da solo i primi down». Muovendosi lateralmente con una rapidità non coerente con l’alta statura (siamo sull’1.90), Bolles può aiutare la propria linea e sottrarsi alla pressione della difesa avversaria per caricare il braccio, contando sulle capacità di improvvisazione dei suoi ricevitori: a Bologna hanno colpito Shawn Abuhoff e due volte Gianluca Santagostino, ma i Seamen possono colpire anche con le corse di Flavio Piccinni e di un durissimo Jeff Souder, nei momenti in cui distoglie lo sguardo dalla caccia all’avversario, sua principale attività nel ruolo di formidabile linebacker. A proposito di difesa, statisticamente quella dei Seamen è stata la peggiore del campionato (più sotto, i dati) quanto a yard concesse, ma la quarta per punti, segnale – visto anche in semifinale – che non sono state rare le occasioni in cui un turnover (fondamentali gli intercetti dello specialista Abuhoff, 6 su 13 totali della squadra) ha modificato l’andamento della gara, rendendo vano il mero computo delle yard concesse. È poi il football, del resto: a volte lo spiegano dicendo che lo scopo di una squadra è “conquistare yard”, ma in realtà l’obiettivo è segnare punti, a prescindere dalle statistiche. E a proposito di Abuhoff, altro suo punto di forza è nei ritorni di punt, ovvero in una situazione in cui ha campo per accelerare e correre: e questo è un ulteriore elemento di interesse, dal momento che Vergazzoli è anche molto efficace come punter (3° di tutta la IFL in regular season) e questa potrebbe essere una sfida nella sfida. Nei Seamen condizioni fisiche buone per tutti ad eccezione di Francesco Magnani, assente ormai da molte giornate, e Danilo Bonaparte, il forte running back italiano che non ha recuperato in tempo dall’infortunio che già lo aveva tenuto fuori dalla semifinale.
IL SUPER BOWL IN TV
Il Super Bowl XXXIII sarà trasmesso in diretta da Eurosport2 in 18 paesi europei, Italia compresa, a partire dalle 20.30. Per l’Italia la telecronaca sarà di Andrea Campagna.
Raisport, che per tutta la stagione ha mandato in onda IFL Magazine, trasmetterà il Super Bowl domenica 7 luglio dalle 13.15 alle 16.55 su Raisport1, con la telecronaca di Vezio Orazi.
GLI ARBITRI
Il Referee del Super Bowl XXXIII sarà il veterano Vincenzo Liguori, al suo sesto SB arbitrato, Umpire è Marco Sala, in attività dal 1984, al suo 7° Super Bowl, cui si aggiungono l’Eurobowl 2009, i Mondiali Under 19 del 2012 in Texas e gli Europei del 1997. Linesman Roberto La Rocca, in attività dal 2008, arbitro della finale Under 21 del 2010. Line Judge Antonio Costarella, attivo dal 2002, internazionale dal 2009 al 2012, in campo nel Super Bowl 2008; Field Judge Stefano Bernini, quinto anno di attività; Back Judge Marco Breglia, 7° anno di attività, già in campo nel Super Bowl del 2009; Side Judge Greg Davis, 26 anni di esperienza, 6° Super Bowl.
Ufficio Stampa IFL
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