FEDERAZIONE ITALIANA DI AMERICAN FOOTBALL

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Il testo della lettera inviata dal Consiglio Federale della FIDAF al quotidiano "La Stampa" in seguito a un articolo denigratorio nei confronti del football americano
Gentile Direttore,
le scriviamo in merito all'articolo “Se il football
americano non fa scandalo”; a firma Francesco Guerrera, pubblicato sul Suo
giornale il 22 settembre. Senza entrare nel merito delle critiche agli Stati
Uniti e alla NFL, perché non ci competono, abbiamo però notato con rammarico la
presenza nel pezzo di stereotipi e luoghi comuni che ormai da troppo tempo
vengono con estrema superficialità associati al football americano. Che viene
definito “sport basato sulla violenza” o “uno degli sport più violenti del
pianeta”, dove “i campioni si portano il lavoro a casa”. Il tutto secondo un
cliché ormai abusato, che vuole il giocatore di football come un picchiatore e
basta, tutto muscoli e niente cervello.
E' uno sport di contatto fisico, non c'è dubbio. Come lo
sono altri, ad esempio il rugby, lodato unanimemente per i valori che
trasmette, o il pugilato, definito “la nobile arte”. Con la presente non
vogliamo però entrare in altri campi, ma semplicemente esprimerLe il rammarico
per il fatto che i valori e la nobiltà del football americano vengano
costantemente ignorati. L'esempio è a portata di mano, qui in Italia, dove non
è certo il “big business” descritto nel pezzo di Guerrera. Che vive negli Stati
Uniti e forse non è a conoscenza che questo sport è praticato anche in Italia,
al punto che la Federazione ha più di diecimila tesserati.
E' uno sport che insegna il rispetto per i compagni di
squadra. Ci sono giocatori che passano partite intere, se non carriere, sapendo
che non toccheranno mai il pallone, ma che dovranno lavorare solo per la
squadra e sapendo che il loro lavoro non è meno importante di chi poi realizza
i punti. E' uno sport che insegna il rispetto per gli avversari. Se un
giocatore si fa male, gli avversari si inginocchiano all'istante e lo
applaudono mentre viene medicato. E' uno sport, qui in Italia, che insegna che
la pura passione può portarti ovunque. Non si guadagna, il motore principale è
il volontariato, ma per soddisfazioni che non hanno prezzo. Altro che “big
business”.
Tra i nostri giocatori abbiamo chi fa costantemente visite
ai bambini malati in ospedale, chi partecipa sempre ai tantissimi eventi
benefici che organizziamo parallelamente ai nostri campionati, un ingegnere
aerospaziale che ha inventato una “app” per gestire gli allenamenti usata anche
dalla Nazionale di calcio , professionisti affermati, studenti, impiegati e
disoccupati. Sì, “together we play football” possiamo dirlo anche noi qui in
Italia, con orgoglio.
Avremmo piacere di avere Lei e Francesco
Guerrera al kick off classic
della stagione 2015 della Prima Divisione, per farvi conoscere quanto detto, e
consigliamo nel frattempo la lettura del libro “Playing for pizza”. In America
lo si trova facilmente, perché l'ha scritto John Grisham. Uno degli scrittori
più famosi al mondo, che si è innamorato del football italiano e dei valori che
sa trasmettere, diventando nostro grande amico e fan.
Il consiglio federale della
Federazione Italiana Di American Football
FIDAF Federazione Italiana di American Football
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